domenica 27 febbraio 2011

The F World

Sento l'impellente bisogno di scrivere a proposito dell'essere Femmina.
Provo eccitazione e confusione, perchè come ho dichiarato in un precedente intervento, è molto tempo che non sento "la necessità" di scrivere. Non posso farne a meno in questo caso, perchè mi sento piena di dubbi, percepisco la mia capacità di comprensione offuscata, il mio libero pensiero soffocato. Il mio orgoglio biologico vacilla, ed ho voglia di non pensarci, non parlarne, come se avessi paura di trovarmi senza argomenti. Come se in qualche modo mi vergognassi di essere Femmina. Come se sentissi il bisogno di una giustificazione.
Tutto è iniziato quando sono uscita dal mio piccolo guscio femminile e mi sono confrontata in modo più profondo con l'universo maschile.
Ne ho compreso alcuni simbolismi e meccanismi che credevo semplici da inquadrare, banali rituali sociali. Ho scoperto che c'è qualcosa di molto complesso dietro alle passioni maschili: per fare un esempio, mi ha affascinato in qualche modo scoprire che il contatto fisico, la vista, l'immaginazione, "per loro", sono qualcosa che scatena intense tempeste biologiche. Le conseguenze di questo "ponte" mentale che parte dalle loro semplici mani e può finire in un immaginare bordello di Buenos Aires stracolmo di ballerine la cui pelle è insaporita dal tabasco è un fenomeno molto complesso, che mi pare davvero sottovalutato (e sfruttato al peggio, per giunta!)
In parole spicciole, mi sono resa conto di essere rimasta per lungo tempo relegata in una visione ristetta, colma di pregiudizi.
Non è un tentativo di lode e non ho intenzione di riabilitare i signori "XY" nei loro innegabili difetti di essere umani.
E' semplicemente una presa di coscienza e se vogliamo, un contr'ordine: smettila di essere un'arrogante suffragetta, che sbandiera convinzioni preconfezionate come i pacchetti che utilizzi in società per avere un certo successo, che comprendono un set completo di minigonna, eyeliner e macchinetta digitale per immortalare sorrisi che prima hai sfoggiato su Windows Live Spaces e ora sfoggi su Facebook, avida di commenti e pollici alzati. (*) Mi sono detta: osserva, studia, confronta, esprimi giudizi e ascolta quegli degli altri, con umiltà. Considera tutti i punti di vista, chiedi spiegazioni se non capisci, ma soprattutto: fatti delle opinioni tue.
Ed ecco che è scoppiato il Caos: sono confusa dalle donne. La mia immagine di un universo femminile complesso, imprevedibile, incompreso, rarefatto da questa società di uomini che vuole tener lontane le donne da posti di prestigio che saprebbero gestire meglio di loro con la loro superiore intelligenza è crollata come una frana. Tutto infranto, un meraviglioso affresco che profumava di conquiste per le quali ci fosse ancora da lottare, che potesse rendermi orgogliosa della mia condizione e potesse concedermi un po' dell'agognato diritto di fare la vittima si è trasformato in un disegnino mezzo sbiadito stampato sulle istruzioni inutili trovate dentro ad un Ovino Kinder.

I colpi bassi che le mie parisesso mi lanciano mi giungono da ogni fronte: dalla televisione in tutte le sue manifestazioni (film, telefilm, talk show, programmi comici, reality, cronache sportive, rubriche politiche o di attualità), dai libri (!!!) e dai giornali, dai siti internet, dai forum, dai blog, dai social network, primo tra tutti naturalmente Facebook, che potrebbe essere ribattezzato Noshame. Per non parlare della vita quotidiana. Episodi emblematici:
la mia cuginetta di 11 anni mi racconta che le sue compagne di classe si iscrivono a Facebook ed utilizzano come "foto del profilo" autoscatti in cui indossano solo mutande, reggiseno ed occhiali da sole.
Mia madre mi racconta di una sua collega che sfoggia ogni giorno una perfetta messa in piega, il volto senza dubbio curato da un estetista, le cosce ed il culetto tonico di chi fa sport e la prima cosa che ti dice, quando ti incontra la mattina è: Sai, non faccio proprio nulla per me stessa. Non ho mai visto un parrucchiere, un estetista o una palestra. Non uso mai un sapone delicato per la pelle all'aloe vera...pazienza, con tutto quello che c'è da fare, e la crisi...siamo tutte conciate così! Oppure, una mia cugina, laureata in farmacia e che adesso gestisce un ristorante di lusso di sua proprietà che si esprime a proposito di economisti egiziani ospiti paganti della struttura: quegli zingari giostrai mi prendono in giro quando vado a fare da sommelier...fissano i miei capelli biondi come maniaci e puzzano come capre.
La mia amica: sai sono stata tutta la sera immusonita e non ho rivolto la parola al mio ragazzo. Quello stronzo non riusciva proprio a capire cosa avevo. Ma si può essere più idioti? Così ho dovuto chiedergli esplicitamente: ti sei mai accorto che non mi hai mai detto che ho un bel culo?
Partiamo con l'elenco compresso: le Veline che registrano un messaggio di protesta contro Gad Lerner il cui succo è: invidioso arrapato, noi si guadagna bene, abbiamo il fidanzato bello e ci divertiamo, ma cosa vuoi dalla nostra vita? Belen Rodriguez che compare in qualsiasi pubblicità e ha ormai sostituito la Nonna Ace, le prime 69 pagine dell'inserto "D" come Donna di Repubblica in cui compaiono 40 donne più o meno nude con sguardi orgasmatici in varie pubblicità di borse/vestiti/auto/deodoranti/assorbenti, l'enorme cartellone pubblicitario nel sottopasso della stazione della mia città in cui compare david Guetta che indossa soltanto uno slip bordeaux dal quale svetta l'inconfondibile forma del suo pene, photoshop istallato sul computer di qualsiasi cristiano (uomo e donna) utilizzato solamente per sfumare la pelle, togliere le imperfezioni e far risaltare i colori degli occhi.
Devo continuare questo elenco, è più forte di me.
I catelloni pubblicitari, le buste, i depliant e i volantini della Gardenia che ispirano un egocentrismo e una concezione di sè come una sorta di Truccosina ( un bambolotto con un set di trucchi in dotazione per poterlo impiastricciare in vendita negli anni 90, ndr) specialmente nel periodo di Natale, le conoscenti che hanno smesso l'università ed invece che rimboccarsi le maniche per recuperare il tempo perduto e cercare lavoro come lavapiatti mandano un curriculum vuoto ai negozi cittadini di Guess, Rebecchi e Rebecca Pepe, le migliaia di pagine su FB e i miliardi di blog in cui ci lamentiamo di uomini vuoti, possibilità di lavoro scarse, vite vuote e noiose, spunti culturali nulli, televisione spazzatura, donne oggetto, fango, fango, fango, fango, fango, fango, fango, fango, fango, fango, fango, fango, fango, fango, fango, fango, fango, fango,
TANTO RILASSANTE APPAGANTE VITTIMISTICO E STERILE FANGO.

Ed ecco che il mio mito sull'intelligenza naturale divinamente concessa alle donne è crollato. Non è stato un errore dettato dall'orgoglio o da un sentimento di supremazia, è stata solo un'immaginifica ingenuità. Ed ora mi sento solo di dire una cosa, aiuto.
Chiedo aiuto.
Io chiedo a voi, femmine come me, se avete idea che nell'Antica Grecia la donna era considerata un essere inferiore incapace di resistere agli stimoli sensoriali, soprattutto sessuali, e per questo tagliata fuori da un sentimento d'amore più profondo che poteva quindi essere cercato solo nel rapporto uomo-uomo? Ma avete mai pensato che durante le guerre di tutte le età le vagine di tutte le nostre antenate sono state utilizzate come sollazzatoio da sovrani e mercenari, sono state scambiate con sacchi di farina da coloro che le avevano generate, sono state mutilate ancor bambine per impedir loro di provare piacere e scoraggiare un possibile adulterio, cosa che avviene tutt'oggi? Siete consapevoli del fatto che nel nostro paese abbiamo ottenuto il diritto di voto per la prima volta nel 1946? Per rendere meglio l'idea, soltanto 65 anni fa? L'età di una nonna, o di una mamma. Con una storia del genere, noi donne occidentali soprattutto dovremmo evitare di accontentarci dei soliti cliché.
E' vero che alcuni considerano tutt'ora la parola "femmina" come sinonimo di "menomata". E' vero, siamo l'oggetto, l'entità passiva a cui si applica il desiderio degli uomini, che sono più forti, sia socialmente che fisicamente, e questo spesso sfocia in prevaricazioni, perversioni, abusi da cui difficilmente possiamo scappare. Siamo noi a doverci somministrare gli anticoncezionali, noi a dover tenere i figli nel pancione per nove mesi e rischiare il licenziamento, noi ad essere spinte alla prostituzione dai nostri innamorati per guadagnare qualche soldo, noi a venir confrontate a modelle magrissime, noi a dover convivere con la continua accusa: "Vuoi fare troppe cose, non sei concentrata" perchè quando ci scegliamo una strada rimane scontato che dovremmo comunque occuparci di incombenze che non abbiamo scelto, come la casa, la cucina, i figli, i genitori, che costutuiscono obblighi che spesso ricadono per la maggior parte sul groppone femminile.
E' vero, e' vero, è tutto vero, lo giuro.
Però.
Odio il vostro atteggiamento attuale, donne. Lo trovo così diverso dal mio ed ancora una volta, come mi sono sentita tra gli alternativi, tra i politicizzati, tra i ribelli, tra gli artisti, tra i secchioni, tra gli studenti, tra i lavoratori, tra gli acculturati, tra i fotografi, tra i sopravvissuti, mi sento sola.
Non reggo questa CONTRADDITORIETA'.
Mi spiana la mente e mi lascia vuota, perchè non trovo una spiegazione a sillogismi del genere: sono un cigno nero come la pece della mia disperazione da quando mi hai lasciato mio grande amore unico, cavolo quanto è figo Corona, quella troia della mia vicina di casa va a giro conciata come una battona e la dà a tutti, per questo Carnevale voglio essere una diavolessa sexy, voglio vedere se caricando questa foto non gli faccio cambiare idea, Berlusconi è un porco, ci sono troppo rimasta male quando ho scoperto che aveva comprato il mio regalo ad un mercatino, io non vivo bene in questo mondo perchè sono troppo sensibile, non ho voglia di parlare o di vederti perchè questa situazione mi fa troppo male, stasera vado ad una festa con le mie amiche non mi aspettare alzata mamma, vorrei che avere le stesse possibilità che hanno i miei colleghi di lavoro maschi, la cosa migliore che mi è capitata questo mese è aver scoperto questo bagnoschiuma miracoloso della Dove, la vita è troppo ingiusta, ti penso sempre angelo mio da quando sei volata via, hai guardato Amici ieri sera?
Mi scoppia il cranio. Non capisco. Ma davvero pensiamo che si possa lottare in queste condizioni?

Mi torna in mente Orwell: il regime, in senso lato, ha bisogno del ribelle da schiacciare. Un certo tipo di ribelle, conforme alle regole della ribellione che vigono in ogni società.
Un bandito che ruba. Una donna che si lamenta e si consola guardandosi allo specchio dicendosi: però guarda quanto so' bella/misteriosa/tormentata/pazza/lussuriosa etc.
Non faccio altro che spiegare e rispiegare alla gente che vuole sapere chi sono, cosa faccio e da dove vengo che io sono una fuorilegge, ma non una fuorilgge che infrange la legge. Non una ladra che ruba. Non un'assassina che uccide. Sono un po' come Socrate che come estremo atto di protesta si attenne alle leggi della città di Atene e bevve la cicuta, facendo il culo a tutti i supponenti Aristofane del mondo. Quindi, vi prego, donne, smettetela di fare le donne.
Per carità, basta parlare di gossip sulle barricate prefabbricate, che ci aggradano da secoli. Forse, in questi tempi di grande comodità, ci soddisfano meglio che in altri periodi. Perchè un'omertà del genere non si era mai vista.
Io non sono un'iconoclasta, potrei sopportare la Canalis e la panterona praticamente nuda che scopre le caselle nel noiosissimo programma dello sguaiatissimo Enrico Papi. Ma il completo appiattimento su ruoli sociali banali, che non fanno altro che perpetrare ed amplificare l'ingiustizia, da parte di persone che si ritengono intelligenti non posso soffrirlo.
Lasciatevelo dire, siete delle oche. Non perchè siete donne, semplicemente perchè siete papere e non esseri umani pensanti. Vi piacciono il laghetto e le bricioline di pane che vi vengono tirate dai visitatori, che siano clienti, corteggiatori o utenti di facebook.
Mi vergogno molto di questa situazione.
Tuttavia, conosco bene la forza e l'attrattiva di queste trappole. E' appagante come poco galleggiare in una passività dai fianchi di violino e i capelli profumati di balsamo Pantene. (per altri modelli di donna, possiamo sostituire il balsamo con l'unto della consunsione dell'animo tormentato, con le meches di una colorata ribellione eccetera, eccetera...)
La società ha inventato mille scarpe per farci star comode al nostro posto.
Diciamo basta. Sarebbe la prima cosa che potrebbe stupire i nostri prevaricatori. Tutto il resto, è scontato e già compreso nei servizi dei telegiornali del futuro.
Vivo nella speranza che muteremo, un giorno, con l'ausilio di un intelligenza per ora ritenuta di secondo piano, da un'Ofelia che svanita galleggia su uno stagno, intonando filastrocche da bambini, in una Jane Eyre che parla "da spirito a spirito" con il suo amante e padrone e corre libera per la brughiera della vita.


http://www.facebook.com/notes/così-parlò-sherazade/lamenti-ingentiliti-da-una-forma-di-donna/205811849432886

(*) Intermezzo: Eh sì, anche l'apprezzamento è diventato rapido e non necessita più di alcuno sforzo, da parte di chi cerca l'approvazione e chi la dispensa: basta caricare, visionare velocemente e cliccare. Ma questo è un altro, triste discorso.

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