martedì 14 settembre 2010
"Ecco, rimarrò qua da sola per qualche tempo, sarà questa stanza il mio mondo, il mio amante della notte e del giorno, perché non esiste innamorato più bello di quello che occupa tutte le ore. Pettinerò i capelli e racconterò favole soltanto a me stessa, e se saranno tristi allieteranno questo piccolo cuore come con dolcezza. Non esiste miele per la bocca dell’uomo, allontanalo, non è forse vero che nasciamo per morire e continuiamo a vivere pur sapendolo…eppur spergiuri cerchiamo di convincerci che la felicità esiste.
Tessiamo una rete tra gli sprazzi di gioia concessi e invadiamo il tempo con la fantasia concessaci da un dio invisibile, chi dovremmo ascoltare se non noi stessi?
E se non volete ascoltarvi perché non riconoscete più la vostra voce, o credete di non averla, o cercarla vi costerebbe anni, ormai…ascoltate la mia voce.
Ascoltate la mia favola.
La prima notte la storia durerà infinitamente e senza remore verrà l’alba a strapparmi da voi…ma cosa dovrei fare io se non restare?
Sono la tua Sherazadh, signore, perdona il sorriso, vorrei che fosse ciò che tu desideri da me…eppure racconterò ancora un’altra favola, fino a quando vorrai, anche per mille notti, se lo vorrai. Se mi vorrai."
sabato 11 settembre 2010
La mia poesia preferita, in assoluto.
O grande angelo nero
fuligginoso riparami
sotto le tue ali,
che io possa sorradere
i pettini dei pruni,le luminarie dei forni
e inginocchiarmi
sui tizzi spenti se mai
vi resti qualche frangia
delle tue penne.
o piccolo angelo buio, non celestiale nè umano,
angelo che traspari
trascolorante difforme
e multiforme,eguale
e ineguale nel rapido lampeggio
della tua incomprensibile fabulazione
o angelo nero disvelati
ma non uccidermi col tuo fulgore,
non dissipare la nebbia che ti aureola
stampati nel mio pensiero
perchè non c’è occhio che resista ai fari,
angelo di carbone che ti ripari
dentro lo scialle della caldarostaia
grande angelo d’ebano
angelo fosco
o bianco,stanco di errare
se ti prendessi un’ala e la sentissi
scricchiolare
non potrei riconoscerti come faccio
nel sonno, nella veglia, nel mattino
perchè tra il vero e il falso non una cruna
può trattenere il bipede o il cammello,
e il bruciaticcio, il grumo
che resta sui polpastelli
è meno dello spolvero
dell’ultima tua piuma,grande angelo
di cenere e di fumo, miniangelo
spazzacamino.
Eugenio Montale, Satura