sabato 26 giugno 2010

Italia Libera Tutti.

Questo racconto mi è sorto alla mente una sera lontana della mia afona adolescenza, durante la quale tutto quello che la mia mente produceva, tutti gli schizzi rosso fuoco che sfuggivano ai pennelli della mia anima pittrice rimanevano per davvero soltanto qui dentro. E con qui dentro intendo proprio un "io anatomico". Sappiamo tutti che nel lasso di tempo che va dai dieci ai quattordici anni ci giochiamo quella strenua partita, nello stadio stracolmo di ragazzini torciosi pronti a scannarsi l'un l'altro, a seguito della quale diventeremo "qualcuno" oppure "nessuno" per un buon numero degli anni a venire. Io fui come il pugile che si lasciò menare a bordo-ring, divenni uno scarno tisico piccolo mozzo che si accontentava di strofinare il ponte durante le ore del giorno. Si può dire, che parlassi e vivessi soltanto tra le mura di casa, oppure quando sprofondavo con la mente in tutte quelle mie violente e colorate fantasie, dalle quali sono poi scaturiti i miei racconti.
Oh, ma quanto è strano, che non appena mi distragga io cominci a parlare di me.
Per tornare al racconto "Italia Libera Tutti", a quel tempo già avevo sviluppato una particolare sensibilità verso temi quali la guerra, il razzismo, grazie soprattutto alle storie, vissute in prima persona, che avevo ascoltato dai miei nonni e da una zia che visse per anni al piano sotto di noi, una donna grazie alla quale ho conosciuto un mondo che ad immaginarlo ora pare impossibile. (Questa zia, Valeria Maffei, era nata nel 1904. Mi raccontava della sua infanzia, giovinezza, maturità. Aveva già quarant'anni durante la secondo guerra mondiale. Ogni tanti la incontro ancora, nei miei sogni. Passeggia per le strade della Viareggio onirica e mi saluta chiedendomi come sta la famiglia)
L'evento che accese la miccia della mia ispirazione in proposito fu l'aver guardato un film, La notte di San Lorenzo, che mi commosse profondamente. Mi sentii trasportata a fianco di quelle persone, avvertii l'utero che tremava alla morte dei figli, gli occhi che volevano soltanto cadere e rotolare via al frantumarsi di ogni speranza...e nella mente mi rintoccava la consapevolezza che anche io venivo da tragedie come quelle. La storia della mia famiglia era stata martoriata da fatti simili, che tedeschi e fascisti avevano inflitto a chi era carne della mia carne e sangue del mio sangue.
Da tutto questo, sorse dalle acque torbide ed agitate che avevo nel cuore una protagonista.
Seppi che era cieca, ma non lo era stata da sempre. Aveva visto qualcosa, durante la guerra, per la quale i suoi occhi avevano smesso di vedere. La battezzai con un nome che rendesse giustizia a tutta la dolcezza che le rendeva lucida quella sua bocca rosea...Giulia.
Ne scrissi l'inizio, proprio così come lo si può leggere adesso. Il titolo del racconto appena iniziato era allora "L'Italia Libera" (anche se fui indecisa tra Libera e Liberata) e rimase tale per tutti gli anni a venire. Dovetti concludere il racconto per riuscire ad avere il colpo di genio.
Italia Libera Tutti, un gioco di parole. Qui in Toscana, quando i bambini giocano tutti insieme a nascondino, si sente ogni tanto risuonare il grido di "Bomba Libera Tutti!"
Sta a significare che uno dei bambini è riuscito ad arrivare al punto scelto per la "cucca" (la conta) senza farsi vedere e toccandola ha battuto chi doveva cercare e liberato anche tutti gli altri.
"Italia Libera Tutti!"


PS: Ho avuto il coraggio di caricare codesto libriccino su ilmiolibro.it Si può compare da lì, se ne può leggere l'anteprima. Beh se qualcuno capita per sbaglio su questa pagina...spero magari vada a dare un occhiata :)

di teresa del bianco
Libro NARRATIVA 76 pagine
Copertina Morbida - Formato 15x23 - bianco e nero