venerdì 25 dicembre 2009

Buon Natale*Merry Christmas*Joyeux Noel*Frohe Weihnachten*Kala Christouyenna*Feliz Navidad*Boas Festas*Sarbatori Vesele*Gelukkig Nieuwj*...

Efeso, 25° giorno del 12 mese AC, raccolta di alcune riflessioni.

Efeso è una città ricca, fiorente, brulicante, non c'è solitudine oltre la mia finestra, la porta della nostra casa, nè di uomini nè di oggetti, o di dei, come dicono alcuni. Quando ero bambina, credevo a quest'ultima cosa, perchè da ogni parte, luoghi il cui nome mi sapeva di esotico e di fantastico, pellegrini e fedeli percorrevano miglie infinite per giungere al cospetto di chi, da luoghi non scrutati da occhi umano, li proteggeva o li puniva. E io mi dicevo, se tante persone credono alla medesima cosa, se questa fa da collante tra uomini politici, nemici, contadini, artigiani, tra chi guadagna e chi perde ogni cosa, tra chi persevera e chi si arrende...Se l'umanità che io posso soltanto immaginare, e di cui intravedo un piccolo arto, si unisce facendo della religione mezzo e fine della propria anima, vita e morte, allora ci deve essere qualche cosa di superiore che li ispira a partire dalla verità.

Il tempio è diventato enorme, le nostre case sono piccine in confronto ad esse. Là dentro, i braceri ardono sempre, i sacerdoti si trovano sulla cima del mondo ed interpretano tutto e lo dichiarano "vero". La gente li rispetta, il tempio attira pellegrini, i pellegrini pagano, ma questo è giusto, perchè ognuno ha quello che vuole, chi la protezione, chi i denari, chi la carica più importante di quella precedente. E' necessario, è inevitabile, è provvidenziale, sarà sempre così, sempre.

In vero, questi sembrano essere tempi destinati a divenire più tesi. Mi è difficile immaginarlo, ma forse qualche cosa sta per cambiare radicalmente. Un uomo è giunto, un ebreo, cittadino romano. Urla e sbraita per ogni strada, non si ferma neppure se trascinato nell'arena per esser bastonato, nè nel bel mezzo delle contrattazioni al mercato, nè di fronte alle gradinate del tempio, di notte e di giorno. E' instancabile, parla e gesticola, instancabile, discute con gli uomini, aristocratici, mercanti o straccioni, e sarebbe pronto a morire pur di lasciare qualche traccia in noi con le sue idee. Ed è questo, questo suo carattere che a volte mi fa credere che un giorno, ben presto, ogni cosa che conosciamo cambierà. Ah se fosse così, se questa ruota bloccata dal fango potesse tornare a girare, libera, e non smettere più!

Lui dice che il tempio crollerà, che gli idoli non hanno significato, che dio ama, è uno e ha abitato la carne tra uomini del nostro tempo. Ma a questo io non riesco completamente a credere, perchè sostiene che sia morto. Gli dei non possono morire. E poi, forse essendosi accorto dell'intoppo, si corregge e ci dice che è resuscitato. E qui di nuovo non riesco a capire: se è tornato alla vita nella carne, perchè poi andarsene dalle terre degli uomini? Ma questo tuttavia non mi desta molto interesse.

Io vorrei rispondere, ad alcune delle sue opinioni. Davvero crede che il tempio crollerà, gli idoli diverrano polvere, gli ori strozzeranno i nostri sacerdoti, le preghiere incontreranno gli orecchi di statue mute e sorde, e tutto questo sarà pagato a caro prezzo, adesso che è avvenuta una rivelazione della verità?
"Una" rivelazione della verità. Come se si trattasse di una novità. Le idee si fronteggiano, ed ognuna trova adepti, sono poi gli uomini più o meno forti a farne vincere l'una o l'altra.

E se anche come lui dice il tempio e le sue colonne crollasse, se l'aspetto della Dea venisse dimenticato dai figli dei figli, se gli agnelli venissero risparmiati per il sacrificio alla terra che deve generare, se i mercanti cessassero di vendere idoli e morissero di fame.......
Non sarebbe più che probabile che nuovi templi ed enormi colonne venissero eretti, che l'oro dei nostri sacerdoti venisse fuso ed usato per forgiare bracciali dei nuovi, il volto della Dea rispunterebbe in quello di una donna, di una madre qualunque, investita della vecchia carica di fertilità e maternità, diventasse nuovo specchio della superstizione? E ai vecchi idoli si sostituirebbero i nuovi idoli, si moltiplicherebbero le personalità pretestuose santificate dal bisogno dell'uomo di avere tanti dei per i propri capricci, il codice delle trame politiche e dei passaggi di potere all'ombra dei templi cambierebbero lingua, ma non sarebbero eradicati.

E allora non capisce, quell'uomo, che nulla cambierà, mai? Se il suo dio prenderà piede, allora tutte queste cose accadranno, come è sempre successo. E i figli dei miei figli si sollazzeranno con pensieri differenti su ciò che li aspetterà dopo la morte, mentre loro saranno distratti i dententori della verità svuoteranno loro la borsa e li manderanno in guerra, e nulla sarà cambiato. E il nuovo dio proferità parola soltanto nei racconti e nei miti.





lunedì 21 dicembre 2009

Chi sono, cosa faccio, da dove vengo, dove vado =)

Primo post di una lunga serie, spero (non sono una persona incostante, soltanto un po' pigra, e tutte le cose che hanno a che fare con il computer che non si fanno da sole mi fanno venire il latte alle ginocchia...)

Mi presento. Non sono una scrittrice in erba, perchè, malgrado abbia 21 anni, ho finito di scrivere il mio primo "libro" (ben due quaderni a quadretti scritti a mano) quando avevo 13 anni. Faceva assai schifo per come fosse scritto, ma la storia era tutta mia, e se ne trovano tracce in quei racconti che sto portando avanti ancora adesso.

Essendo una scrittrice, cerco un editore. Naturalmente, questo è uno dei paesi nei quali una delle leggi non scritte ma che tutti ben conoscono, e che sono state "cantate" nella letteratura da autori conservatori come Verga, è quella del Sommerso: sommerso sei, sommerso rimarrai. E sinonimi della parola "sommerso" potrebbero essere anonimo, ignorato, sfigato, emergente...

Quello che accade ai giovani come me, è proprio quello che accade al buon lettore che, in una qualsiasi delle città italiane, si reca in libreria e richiede un libro che non viene propriamente distribuito da blockbuster: non solo non lo troverà negli scaffali, ma i commessi lo guarderanno con perplessità ("ma è sicura che questo libro esista?"), si sentirà dire che è un titolo fuori catalogo, si trova soltanto in un magazzino a Vladivostok, è presente in una sola edizione al prezzo di 45 euro, potrà arrivare se ordinato forse tra sei mesi ("ma è comunque meglio che chiami, prima di passare a vedere...)

Libri che magari sono considerati bestsellers all'estero, di scrittori di cui in Italia non sappiano nemmeno scrivere correttamente il nome su quei maledetti computer che fanno sentire giustificati i commessi a non andare nemmeno a vedere in magazzino. Libri che vantano migliaia di pagine di recensione su siti stranieri, la cui trama è sviscerata sulla pagina (in inglese) di Wikipedia. Mentre noi, ci dobbiamo sorbire la pubblicità dei Baci Perugina che ci invita a proporre le nostre frasi d'amore che saranno giudicate da quel fantastico canta-seghe...ahem...storie di Moccia e l'ennesimo libro di Bruno Vespa dal titolo "Il Valzer del Moscone" che parla dell'allegoria di un moscovita che voleva fare il ballerino d'opera e che si è ritrovato a gestire un bastimento durante una tempesta.

Per mia grande sfortuna, il Fato/Caso o chi per esso mi ha destinato un'ossessione particolare: invento storie. E, di conseguenza, le scrivo. Sono un'aspirante scrittrice emergente, ma come tutti quelli della mia specie, sono tacitamente accusata da chi nemmeno prende in considerazione il mio lavoro di essere "non-professionale, non-interessante, non-in linea con la linea editoriale, non-in orario per la chiusura del piano editoriale" eccetera, eccetera, eccetera. Il famoso e scherzoso detto: "innocente fino a prova contraria" non vale nel campo dell'editoria.
Devo spezzare una lancia a favore di queste povere case editrici: non racconto storie sconce come Melissa P., non metto insieme elegie di parole senza senso intrise di grande cultura come Baricco, non canto ipnotiche gesta di adolescenti che credono nell'amore finto come Moccia, non racconto le gesta di eroine in bikini borchiato con una "H" nel bel mezzo del nome da elfa come la Troisi...

Io scrivo le storie che nascono nella mia testa, e se qualcuno che scrive davvero potrà leggere queste parole, capirà che lo faccio sul serio: non decido io la storia, essa va da sè come deve andare, io non ne sono che la dattilografa.

Di tutte le storie che ho iniziato, solo quattro ne ho finite (ma due delle quali devono essere riviste ed in pratica riscritte)

Quello che vorrei fare, in questo blog è raccontare le mie storie: le trame, ciò che vi sta dietro, le ispirazioni, condividerne qualche estratto.
Con un pizzico di altre cose, ogni tanto, qualche parola su quello che leggo magari, quello che penso, quello che mi fa arrabbiare o sorridere e...ah sì, certo, imparare ad usare un blog, naturalmente.

Piccolo avvertimento: sono toscana ( proprio come Pierraccioni, o Ceccherini, oppure quei ragazzi del Nido Del Cuculo, che ridoppiano i film in livornese, e quel santo mostro di Dante). Quando un toscano offende, lo fa sempre scherzosamente. Ma per evitare fraintendimenti: librai, editori, signori Moccia, Baricco, Vespa e P., prendete le mie parole come se fossero i versi di una poesia d'amore e di stima in fiorentino.

se sei arrivato a leggere fin qui...ti ringrazio e a presto!!! Saluti saluti!!!
Tea



La lotta contro i Sith ha inizio...